Aaron Brancotti


Nasce elettronico, saldatore in mano, nel 1964. A undici anni costruisce dei gran kit di luci psichedeliche Nuova Elettronica. Scrive il suo primo programma nel 1979 quando incrocia un IBM Serie 1 in terza superiore e da allora non smette più di pigiar tasti. Frequenta la Facoltà di Scienze dell'Informazione dell'Università di Milano mentre segue una singolare vocazione per l'insegnamento ma varie vicissitudini lo portano a diventare uno dei pochi sviluppatori italiani ad occuparsi professionalmente di Realtà Virtuale nei primi anni '90. Qualcuno gli dice che scrive bene, lui se la beve e si inventa un alter-ego cyberspaziale. Da allora in poi  dovrà convivere con un icosaedro verde smeraldo chiamato Babele Dunnit - "interprete e portavoce, poiche' conosce le lingue di Uomini e Macchine". Sfoga la passione per la scrittura collaborando con riviste di settore come la storica "Virtual" e parallelamente sfoga il suo amore per la musica suonando improbabili strumenti in altrettanto improbabili gruppi. Dalla Realtà Virtuale passa ai videogiochi, alle applicazioni medicali, all'intelligenza artificiale, all'eyetracking... qualsiasi cosa, basta che non sia facile da sviluppare. Solo in questo modo riesce a fare veramente suo  il motto "anche io son confuso, ma sono pagato per esserlo" - e surfare felice sull'orlo del caos.